La partita è finita: 1 a 1 e si va ai calci di rigore.

Mannaggia! Il pareggio a 15 min. dalla fine, su quella maledetta palla tagliata che non hai visto; non hai potuto vederla; mezz’ora che ti sgolavi e nessuno che ti ascolta; parole al vento come parlare da solo! Poi la palla in porta e tutti ti guardano; come fosse colpa tua o come se dovevi fare il miracolo!

Poi tornano a giocare e tu di nuovo da solo; tutta la gara che sono solo; tutta la stagione che sono solo; gli allenamenti sono da solo; persino il riscaldamento pre gara sono solo. Si ricordano di me per i tiri in porta menosi o per le partitelle menose (bagnato e sudato sai che gioia starli a guardare); si ricordano ogni tanto di me per menarmelo e tirare fuori errori (papere le chiamano) che non ho mai commesso e che si inventano, così mi sento ancora più solo.

Oggi anche il Mister, che ha speso parole a profusione per tutti i miei compagni, non mi ha rivolto parola; nemmeno la solita sgridata: “Svegliati!”. Ora ci sono i calci di rigore; vorresti stare da solo, ed invece?

Arrivano tutti; tutti si ricordano che esisti; tutti sanno come si para un rigore o come ci si tuffa o meglio come si fa il portiere. Toh! Arriva anche il Mister e ti dice: “Mi raccomando, siamo nelle tue mani!”. Ma come? Non sapevate nemmeno se ero in campo ed ora che vorrei stare da solo siete tutti qua a dirmi che siete nelle mie mani? Poi finalmente sei solo; arriva il tuo momento; pari il rigore decisivo e tutti ti corrono incontro per festeggiare una volta tanto tutti insieme. Presto tornerai solo, ma ora goditi il momento.

Anonimo 12/02/14

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